Vedi Accetta Perdona… Ama

“Finche non VEDI, ACCETTI E PERDONI il tuo lato ombra, non potrai mai amare…

L’amore è inclusione, più includi te stessa in tutti i tuoi aspetti… più lo farai con gli altri.

Quando giudichi l’altro, continui a giudicare parti di te che non VEDI ANCORA…

Questo processo verso la scoperta dell’amore non può accadere solo attraverso la mente, ma attraverso la mente può essere visto… il livello successivo e necessario passa solo attraverso il CUORE… LUI SA.”

Quando la notte mi sveglio con queste frasi di consapevolezza, che a rileggerle mi sembrano ovvie… penso che possano servire solo a me per fare il punto… ma forse possano essere utili anche a chi potrebbe averne bisogno per ricordarsi chi siamo veramente.

Allora vediamo punto per punto usando la MENTE logica il significato di quella consapevolezza.

Scegliamo di incarnarci sulla terra per fare un’esperienza nel corpo fisico di terza dimensione,
e come tali siamo costretti a vivere la dualità, come una scissione dall’anima che per vedere se stessa e conoscersi profondamente ha bisogno di uno specchio… GLI ALTRI

Cosa ha bisogno di vedere l’anima per riconoscere che non è duale?

Immagina di essere una goccia nell’oceano, la goccia come tale immersa nell’ acqua non si riconosce, ma se esce dall’oceano e si deposita sulla terra ferma, inizia un processo di riconoscimento dell’essere anche qualcosa di separato dall’Oceano.

All’inizio potrebbe sentirsi persa, poi inizierà a vedere altre gocce che come lei si sentono perse e per riconoscersi creerà una struttura, una personalità che la caratterizzi diversamente dalle altre gocce: una goccia con all’interno qualcosa che la differenzia, una dolce, una salata, una amara, una più densa, una più liquida… e così facendo dimentica di essere parte di un Oceano, di un TUTTO dove non sentiva il bisogno di altro se non esistere.

Sarà positiva o negativa questa esperienza per la goccia?

Non c’è giudizio nell’esperienza, è semplice e pura esperienza.

In questo pianeta chiamato Terra, essendo di terza dimensione, ossia che ciò che appare e vediamo solo con gli occhi esiste, la percezione di noi è separata dall’altro, è il mondo della materialità.
La terza dimensione è densa e difficilmente aiuta a vivere più dimensioni, è un’esperienza essenziale che ha i suoi aspetti interessanti ma anche frustranti.

Per la goccia, ciò che cambia e che le impedisce di ritornare a sentirsi parte dell’Oceano, è che rimanendo tanto tempo isolata nel suo sentirsi separata, si identifica nell’essere goccia, così tanto intensamente da dimenticarsene.

Così è per noi umani… ci siamo dimenticati di essere parte dell’UNO e questo procura dolore e rende la nostra vita sofferente, iniziamo a vivere conflitti con gli altri come modalità di riconoscimento di noi stessi, perchè siamo proiettati fuori.

Quando iniziamo ad osservare i nostri conflitti, le emozioni e i pensieri che li provocano, e lentamente diventiamo sempre più rigorosi nell’osservazione della nostra mente duale, ecco che accade.. lì inizia il processo di ritorno all’UNO, che passa attraverso la consapevolezza  di essere separati, ed è inevitabilmente doloroso… ma è un dolore iniziatico, sano, che porta ad una trasmutazione.

L’nima scopre di esistere grazie alla separazione e inizia il suo viaggio di ritorno a casa.

Questo lungo processo di consapevolezza passa attraverso il VEDERE che tutto è illusione, e così come la mente ha creato quell’idea di realtà, ne può creare un’altra e un’altra ancora… e quando ACCETTA la sua creazione, realizzando che non le piace, deve attraversare la COMPASSIONE profonda di sè e PERDONARSI, per avere TRADITO se stessa.

Ma chi è che tradisce?

In fondo è stata solo un’esperienza, incredibile, intensa, a volte dolorosa, a volte gioiosa, a volte noiosa ma pur sempre solo un’ESPERIENZA.

Quando l’umanità si renderà conto che stà vivendo una realtà illusoria, che non è schiava di qualcuno fuori di sè da incolpare per qualsiasi cosa, e si prenderà la responsabilità della propria proiezione, allora finiranno i conflitti tra le personalità e si inizierà a creare un nuovo mondo, un modo di collaborazione, un mondo che tiene in considerazione che siamo UNO.

Ma quale mondo?

E se questo pianeta per la sua struttura servisse solo per fare l’esperienza della dualità?

Allora cosa fare se non vivere il presente e imparare ad offrire sempre di più i propri doni e talenti preziosi aprendosi alle infinite possibilità dell’universo e iniziare a vedere, accettare e perdonare per amare.

Ma forse l’universo ha altri piani per altre esperienze su altri pianeti… chissà…

Cinzia